Il 27 settembre 1938 muore mons. Giovanni Battista Titolo, il fondatore dell’asilo Calasanzio, lasciando un debito di oltre 20.000 lire nei confronti del Seminario, proprietario del seminarietto diventato sede dell’asilo. Mons. Giuseppe Lozer, responsabile dell’Ufficio amministrativo della Curia, prende in mano la cosa e preannuncia la volontà di vendere il locale e chiudere l’asilo. Nel contempo avvia una causa nei confronti degli eredi di mons. Titolo che si chiuderà alcuni mesi dopo con un patteggiamento sulla somma di 7.000 lire.
Il 10 settembre 1939 fa il suo ingresso a Portogruaro il nuovo parroco di Sant’Andrea, mons. Mario Ceconi (1895 – 1957). Se mons. Titolo fu il fondatore del Calasanzio, mons. Ceconi ne fu il rifondatore. Neanche due settimane dal suo ingresso il vescovo Paulini affida a mons. Ceconi «la gestione dei locali del seminarietto, adibito ad asilo Scuola materna e a Scuola di lavoro per le fanciulle»; questi si obbliga a conservare i locali come fossero propri e a rimborsare al Seminario la somma annua di lire 2.300 «per imposte, manomorta, imposta patrimoniale e legato di sante Messe». Tutto sembra sistemato, e l’asilo riprende la sua vita normale, però … il 4 aprile 1940 mons. Lozer scrive a Ceconi che la Commissione amministrativa del Seminario ha deliberato di vendere l’immobile dove ha sede l’asilo per la somma di lire 80.000, a fronte di un prezzo di mercato di 120.000 lire. Chiede se sia interessato all’acquisto o meno; in caso contrario propone un nuovo contratto d’affitto per 4.000 lire annue. Il 10 maggio il vescovo scrive alla Congregazione dei Seminari chiedendo l’autorizzazione a vendere il seminarietto; dopo aver ricordato che mons. Titolo si rifiutava di pagare l’affitto precisa che «il nuovo Arciprete, coll’appoggio di persone generose, è venuto nella determinazione di acquistare l’immobile per la somma di L. 80.000. Il geom. Del Pra Enrico ebbe a stimare il fabbricato e terreno L. 75.000. La vendita è ritenuta conveniente, vantaggiosa per il Seminario che da vent’anni non ricava utile alcuno e anche riguardosa verso la città di Portogruaro, un tempo sede di Seminario». Tutti gli interessati (Consiglio d’amministrazione del Seminario, Capitolo, Consiglio amministrativo diocesano) hanno dato parere favorevole. Il vescovo chiede il nulla osta della Congregazione alla vendita. La somma sarà «devoluta alla decurtazione del debito abnorme restante acceso per la costruzione del nuovo Seminario».
Le cose dovevano in certo senso essere già state concordate, perché il giorno dopo tra il vescovo Paulini e mons. Ceconi viene stipulato un preliminare di vendita, con il versamento di una caparra di lire 8.000, e l’impegno di versare 30.000 lire entro l’anno «al più presto gli sarà possibile», e il resto entro il 1941 senza interessi. La somma necessaria all’acquisto fu reperita grazie a due lasciti testamentari e ad offerte. Avendo una sede propria (condizione necessaria), ed una serie di altri requisiti, con regio decreto 7 aprile 1942 il Calasanzio fu eretto in Ente Morale, soggetto alle norme della legge n. 6972/1890.
Pubblicato da Il Popolo, settimanale della diocesi di Concordia- Pordenone28 Febbraio 2021Di Roberto Sandron, autore del libro Il Calasanzio di Portogruaro
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