Fondazione San G. Calasanzio - Portogruaro

Asilo Calasanzio

1920 Apertura dell'Asilo

Nel 1920 il parroco del Duomo, mons. Giovan Battista Titolo, aprì l'asilo infantile "S. Giuseppe Calasanzio". A Portogruaro era in funzione dal 1880 l'asilo comunale "Aristide Gabelli", che poteva ospitare al massimo 50/60 bambini, "tenuto bene, ma in locale disadatto". Al contrario, nel 1927, l'asilo "Calasanzio" "ne ospita annualmente oltre centocinquanta, dei quali circa due terzi per il loro stato di povertà". Il Comune delibera un contributo annuo di lire 10.000 per tre anni per garantire la continuità del funzionamento, perché la mancanza dell'indispensabile intervento comunale potrebbe ingenerare "nella cittadinanza la grave sensazione d'un inammissibile ed ingiustificato disinteressamento del Comune sulle sorti dell'educazione infantile delle classi più povere". L'intervento del Comune è indispensabile perché altrimenti sarebbe precluso "l'accoglimento ad un rilevante numero di bambini indigenti che dall'Asilo ricevono anche il conforto d'una minuscola refezione".

LA COLONIA ESTIVA URBANA

L'asilo rimane aperto da settembre a giugno. Durante i mesi di luglio e agosto funziona per qualche anno una "colonia urbana di cura solare per i bambini poveri del Comune dai 3 ai 6 anni". 
Da una cronaca d'epoca conosciamo lo svolgimento di una giornata tipo: "Entrano alle 8, vengono immediatamente spogliati e messi in costume da bagno, poi fanno colazione – pane e latte. 
Terminata questa, giuochi liberi e ordinati, ginnastica, ma sempre al sole. 
Alle 11 la doccia, indi camminano al sole. A mezzogiorno una buona minestra, pane e carne; alle 16 refezione variata – pane – uova – formaggio – frutta cotta – salame – conserva.
Il profitto che fanno meraviglia tutti; hanno aumentato l'appetito e il peso, e sono così anneriti come fossero stati alla spiaggia. Tant'è vero che ... il dott. Gallo responsabile della cura, rimise in libertà 12 e coprì il posto con altri smunti e tristi che fanno pietà vederli. Il Signor Podestà Conte Valle visitò i bambini, rimase ammiratissimo dell'opera benefica e lasciò ai bimbi un cartoccio di confetti". La fornitura del vitto è assicurata dal Comune, che nel 1939, provvede anche alla refezione di 50 bambini poveri.

FESTEGGIAMENTI PER I NATALI DI ROMA
I bambini dell'asilo Calasanzio sono seguiti dalle suore della Provvidenza, che già operano all'Ospedale e alla Casa di Riposo, e sono partecipi della vita della città. 
Il 21 aprile 1927, natale di Roma, arriva a Portogruaro il primo Podestà, Ugo Barbieri. Al campo sportivo di borgo S. Gottardo si riuniscono "tutte le scuole, fascisti, cittadini con la banda"; ci vanno anche "nove bambine vestite di bianco con la coccarda tricolore e due bambini vestiti da balilla con bandiera"; poi tutti alla stazione a dare il benvenuto al Podestà.

CALENDARIO FITTISSIMO PER VARI APPUNTAMENTI
I bambini vanno al duomo per la messa e Te Deum per il genetliaco del Re 1' 11 novembre, assistono alla messa funebre in memoria del generale Armando Diaz il 10 marzo 1928, al Te Deum per lo scampato pericolo del Re in seguito all'attentato del 12 aprile 1928; all'inaugurazione del monumento ai caduti "i bambini tenevano in mano una bandierina, le bambine fiori che al Suo passaggio gettarono gridando Viva il Principe! Viva Casa Savoia!". Il 23 aprile 1932 partecipano "alla cerimonia e benedizione dell'albero in memoria di Arnaldo Mussolini", e il 28 ottobre fanno vacanza per l'anniversario della marcia su Roma, anzi le maestre fanno una lezione su "La marcia su Roma". In novembre altre lezioni occasionali sono dedicate all'anniversario della vittoria, al genetliaco di Sua Maestà il Re, alla "bontà e generosità del Duce per aiutare il Re dopo la guerra". Nel 1933 la lezione per il compleanno del Re è più articolata: "suo nome, sua bontà e valore. La sua famiglia ed il nome dei suoi figli (racconto un episodio del Re durante la guerra)". Il 2 marzo 1933 partecipano alla cerimonia per "il trasporto delle salme dei caduti all'ossario di Fagarè sul Piave". Ogni anno si fanno le recite di Natale, ma nel 1933 viene unita alla festa della mamma, che il Duce fa celebrare il 24 dicembre. Il 27 maggio 1934 anche i bambini partecipano alla "festa della leva fascista", e il 4 luglio "anniversario della morte di Emanuele Filiberto Duca d'Aosta portammo i bambini in corteo per la deposizione della corona d'alloro al monumento ai caduti". Ogni fine giugno si svolge al salone "Silvio Pellico" la festa di fine anno scolastico, cui partecipano non solo le famiglie, ma anche le autorità cittadine. Il Gazzettino del 19 giugno 1934 sottolinea "l'ammirazione per le ottime Suore istruttrici che all'educazione di questi figli del popolo dedicano le loro migliori energie", evidenziando che "il saggio dell'Asilo Calasanzio si è risolto adunque anche quest'anno in una degna festa armoniosa nella quale la più fresca e ingenua poesia, l'amore, la fede e gli ideali della Patria hanno fatto respirare il pubblico in una atmosfera satura di spirituale bellezza". 

SCUOLA DI LAVORO PER LE ORFANE
Poco dopo l'apertura dell'asilo viene anche messa in piedi una scuola di lavoro per orfane di guerra, e nel 1924 i lavori sono mandati all'Esposizione Nazionale Industriale di Roma, ottenendo una medaglia d'oro. Nel 1927 frequentano la scuola anche altre signorine, e la mostra dei lavori viene inaugurata dal vescovo, dal podestà e dal prefetto di Venezia; viene poi visitata dalla contessa Elti di Rodeano, presidente dell'Associazione nazionale Madri e Vedove di guerra, accompagnata dalla presidente locale signora Cimetta, dalla poetessa Maria Pezzè Pascolato, alta commissaria dell'Opera Nazionale Maternità e Infanzia, che espressero "parole di alto elogio per il magnifico risultato della scuola e per la riuscita della mostra".