Fondazione San G. Calasanzio - Portogruaro

Casa della Provvidenza

Casa della Provvidenza

LA CASA DELLA PROVVIDENZA
Essa ebbe origine alla fine del 1940 per intuizione di mons. Ceconi, "dalla vista e dalla misera condizione di fanciullette che passavano (come del resto in ogni centro un po' popoloso), da una porta all'altra, elemosinando e consumando poi, in dolciumi e magari in sigarette o altro che potesse accontentare i primi capricci, quanto avevano raccattato.
Bisognava toglierle dalla strada e dare loro orientamento e indirizzo educativo e formativo. Il prodigioso lavorio quotidiano di chi ha cura delle loro anime ha trasformato le orfanelle brave ragazze. Invero quest'attività non avrebbe avuto consistenza, se fosse mancata la preziosa opera delle suore, vere apostole, dal cuore grande e pronte ad ogni sacrificio. 

Le fanciulle, per essere ammesse, occorre abbiano almeno sei anni e non più di dodici. Poi ritorneranno alla loro famiglia, se ce l'hanno, altrimenti vengono collocate presso persone di piena fiducia.

Portogruaro, 23 aprile 1944. Le ragazze della Casa della Provvidenza Gianna Bonazza.   (Archivio Scarpa Bonazza Buora, Digit. Vinicio Scortegagna.)

Portogruaro, 1944. Ragazze della casa della provvidenza con le sporte ed altri oggetti realizzati con i cartocci delle pannocchie.
 (Archivio Scarpa Bonazza Buora, Digit. Vinicio Scortegagna.)

Le piccole vanno a scuola alle elementari; le altre invece si addestrano nel cucito, nel ricamo, nel rammendo e infine frequentano la scuola di taglio. Per turno prestano servizio in cucina, per imparare come si appresta la mensa, vengono occupate nei lavori donneschi della casa, nel bucato ed anche nell'orto. Pure per turno, le più grandi prestano servizio nel guardaroba. Sono anche in grado di preparare, con garbo e buon gusto, prodotti dell'artigianato, come confezione di sporte e oggetti congeneri, di tappeti, impagliatura di sedie, di fiaschi ecc., con cartocci di granturco.

Nel 1943 conseguirono un diploma all'Esposizione di lavori rurali a Firenze. Con le loro attività riescono anche a procurarsi qualche guadagno, che in parte viene messo in serbo, per quando usciranno, e parte serve per acquistare loro qualche vestito.
Per il vitto (e qui la spesa rilevantissima) e per le altre spese generali, buon aiuto danno le patronesse, che nella signorina Gianna Bonazza hanno una presidente zelante e nobile di cuore. Ricorderemo anche qui, come insigni benefattori, mons. vescovo e il conte Gaetano Marzotto.