«Giuseppe Calasanzio, Sacerdote Spagnuolo, abbandonata la patria si fissò in Roma nel 1592, ed ivi dopo varie opere di schietta carità e sapienza, rammaricato nel vedere i poveri giovanetti privi di educazione e disciplina cristiana, ideò la fondazione delle Scuole pie, perché fossero eruditi nelle dottrine evangeliche e nei precetti della morale.
Attribuiva il Calasanzio in gran parte “alla povertà l’ignoranza e scostumatezza del popolo mal educato negli anni teneri. Un tal disordine non è men luttuoso che vero. I genitori occupati nel procacciare il vitto alla loro famiglia non possono caricarsi del peso dell’istruzione e spesso ancora gareggian co’ figli nell’ignoranza de’ doveri cristiani.
Restano pertanto abbandonati queglI inno-centi in braccio del lor consiglio, vale a dire della loro cecità e inclinazione della corrotta natura. La miseria li guida alle piazze, all’ozio, ai ridotti, ed apprendono le prime massime alla scuola gratuita del vizio. Né vi è per loro chi instilli la pietà con profitto, mentre non hanno i meschinelli chi la versi ne’ loro petti dai veri fonti dell’efficacia, i quali sono per li fanciulli autorità ed amore” (Tosetti, Vita di S. Giuseppe Calasanzio).
Da tali fatti dedusse il Calasanzio la necessità della quotidiana istruzione religiosa, alla quale andasse congiunta la scuola gratuita di lettere, perché ne derivasse più durevole il frutto: v’è gran differenza fra l’ammae-stramento puramente orale e passeggiero, e l’ammaestramento che si ferma nella mente per studio e si può restaurare colla lettura.
Non esistevano di que’ tempi scuole primarie pubbliche o gratuite e furono per opera di lui aperte nel 1597 in Roma le scuole pie, dove gli alunni erano istruiti in religione, leggere, scrivere, gramatica ed aritmetica, e forniti dalla carità dell’istitutore di carta, penne, calamari e libri: e perché fosse evitato ogni pericolo di traviamento, introdusse eziandio la costumanza di accompagnarli alle loro case.
I seguaci del Calasanzio non mancarono mai allo spirito del beato loro istitutore, e si fecero dovunque zelanti promotori della solida educazione letteraria e religiosa del popolo e d’ogni ordine.
Dove poi la Congregazione fu tolta o non esisteva succedettero le pubbliche scuole elementari aperte in città e in campagna, nelle quali sono gratuitamente istruiti i fanciulli nelle materie stesse e nel modo che voleva il Calasanzio.
Di un istituto cotanto benefico la Lombardia va debitrice in origine all’Augusta Imperatrice Maria Teresa ed all’immortale Giuseppe II, e se or vanta il sistema più compito di Scuole Elementari Maggiori e minori che esista in tutta Italia ne è grata all’imperatore suo Re FRANCESCO 1° Austriaco. Ma per avventura nella gran moltitudine degli afflitti dall’indigenza ed ignoranza non si vide che il soccorso doveasi prestar loro in un’età più tenera ancora: nell’assoluta imbecillità loro i bimbi han d’uopo ad ogni ora di tutte le cure materne, e ricevono nelle vergini teste qualunque impressione, buona o cattiva, sia per l’esempio altrui, sia per le massime che odono, dei quali elementi si compone insensibilmente il carattere, o come altri dicono il naturale fin da’ più teneri anni, che è poi difficilmente correggibile quando siasi nell’infanzia pervertito.
Queste osservazioni guidarono al pensamento di ordinare la Scuola Infantile pei poveri, la quale raccogliesse i fanciulli dell’età dai 2 1/2 ai 6 anni e principalmente i figli di vedove, o di artigiani carichi di numerosa prole ecc., che restano abbandonati a se stessi e privi d’ogni educazione, o per eccesso della miseria, o per difetto di salute, o per mancanza di tempo e di attitudine dei loro genitori. Oltre l’ammaestramento nei primi rudimenti della Religione, del leggere, dell’aritmetica mentale, e degli elementi dello scrivere, nella cognizione degli oggetti più comuni, delle loro qualità, del loro uso, e del nome a loro proprio; oltre il vantaggio della comune disciplina, si volle che gli Alunni ammessi a questa scuola ricevessero anche una minestra, che venisse loro gratuitamente somministrata sul fondo della scuola stessa».
Non si sa il parroco di Sant’Andrea, mons. Giovanni Battista Titolo, nel dedicare l’asilo da lui aperto nel primo dopoguerra a S. Giuseppe Calasanzio, fosse a conoscenza di questo testo di Ferrante Aporti (1791-1858), sacerdote e pedagogista che aprì nel 1830 a Cremona il primo asilo di carità in Italia; probabilmente no, ma sicuramente conosceva l’opera del Calasanzio, proclamato santo nel 1767, e alla sua protezione volle dedicata l’opera, che iniziò i suoi primi passi nel 1919.
Nella Portogruaro occupata dall’esercito austroungarico mons. Luigi Saretta apre il primo asilo parrocchiale, affidandone la gestione alle Suore di Carità (dette anche di Maria Bambina, o della Beata Capitanio dal nome della fondatrice), giunte profughe con lui da S. Donà. I locali sono probabilmente quelli del “seminarietto” adiacente alla chiesa dell’Annunziata. A fine anno mons. Saretta ritorna a San Donà e Celso Costantini dà vita ad un Ospizio per i Figli della Guerra nei locali dell’ex Ospizio per i profughi di San Giovanni.
L’Ospizio per i Figli della Guerra, gestito da nove suore di Carità e due sorelle mandatarie si trasferisce nel mese di maggio nei locali del “seminarietto”. In agosto L’Opera Pia San Filippo Neri per la prima infanzia viene riconosciuta dal Ministero con R.D. n. 1508.
Mons. Giobatta Titolo , parroco del Duomo, rientrato dalla profuganza, fonda l’asilo San Giuseppe Calasanzio. Per la gestione dell’asilo arrivano dalla Casa Madre di Torino le Suore del Cottolengo.
L’Istituto San Filippo Neri si trasferisce a Castion di Zoppola nella proprietà donata dal medico Vincenzo Favetti e lì rimane fino al 1928. La presidenza passa a mons. Giovanni Costantini mentre la direzione è sempre affidata alle Suore di Carità..
Le suore del Cottolengo sono richiamate alla Piccola Casa di Torino e inviate in altri asili. L’11 ottobre arrivano a Portogruaro le Suore della Provvidenza da Cormons.
Muore il fondatore, mons. Giobatta Titolo. Diventa presidente il nuovo parroco, mons. Mario Ceconi.
Il 4 novembre viene aperta, nei locali del Calasanzio, la Casa della Provvidenza.
L’asilo Infantile San Giuseppe Calasanzio viene eretto in Ente Morale con R.D. 7 aprile 1942.S. Donà.
L’assemblea dei soci vota la fusione dell’Istituto San Filippo Neri con l’Asilo Calasanzio. Le vicende belliche, tuttavia, impediscono di portare a compimento nell’immediato questo deliberato.
Un grappolo di bombe incendiarie colpisce la chiesa dell’Annunziata e l’asilo. Suor Fidelia riesce a mettere in salvo trenta bambine che aspettavano in un corridoio il loro turno di preghiera. L’Annunziata verrà riaperta solo nel 1949.
Dal 14 luglio viene istituita la Mensa del povero che funziona quasi ininterrottamente, favorendo una media di 250 persone ogni giorno. La cucina è allestita dalle suore in un locale dell’asilo, con ingresso indipendente, a fianco della chiesetta dell’Annunziata.
Chiude definitivamente il San Filippo Neri che viene assorbito dal Calasanzio con Decreto del Presidente della Repubblica 27 maggio 1949 n. 662.
Terminano i lavori per la costruzione di nuovi locali con finanziamenti statali, tra cui il dormitorio delle orfanelle.
Nel Calasanzio si apre l’oratorio femminile intitolato a S. Maria Goretti. Dal 1956 al 1969 vengono organizzate colonie climatiche estive per le ospiti della Casa della Provvidenza, aprendole anche a bambini e ragazzi del territorio.
Il Genio Civile di Venezia consegna i lavori di nuovi locali: lavanderia, stireria, guardaroba, cantina e dispensa, serviti da un passaggio coperto e sistemati in un’ala a nord-ovest del vecchio fabbricato esistente.
Sotto la presidenza di mons. Arrigo Sedran sono ultimati importanti lavori di ristrutturazione e ha luogo l’inaugurazione ufficiale dei rinnovati locali del Calasanzio alla presenza della autorità locali, regionali e nazionali.
Le Suore della Provvidenza lasciano l’asilo di Portogruaro, dopo quasi sessant’anni di presenza ininterrotta.
Il nuovo parroco, mons. Cesare Del Zotto assume la guida dell’asilo. Sarà l’ultimo presidente del Calasanzio..
Nasce la Fondazione San Giuseppe Calasanzio il cui statuto è approvato con delibera della Giunta regionale 24 ottobre, decreto n. 154.
Con l’anno scolastico 1997-1998, cent’anni dopo l’arrivo di mons. Saretta a Portogruaro, l’asilo chiude i battenti.
Sono approvate alcune modifiche allo Statuto, riducendo a 5 il numero dei componenti del CdA. È eletto presidente Pancrazio Conflitti, che mantiene questo incarico fino a febbraio 2010, quando gli subentra Antonio Lazzaro.
È approvata una convenzione con la Portogruaro Campus, con decorrenza dal 1° novembre per lo svolgimento di parte delle attività universitarie.
Il 20 Gennaio l’Assemblea dei Soci elegge tre componenti del Consiglio di Amministrazione: dott. Antonio LAZZARO, arch. Armando FANZAGO, avv. Marco NICODEMO. A febbraio il dott. Antonio LAZZARO viene eletto presidente.
Sotto la presidenza di Antonio Lazzaro terminano i lavori di adeguamento dei locali, per garantirne la sicurezza al fine dell’utilizzo per le attività universitarie. Viene anche sistemata la parte del vecchio asilo, per adibirla a sede della Fondazione nonché dell’archivio dell’Istituto S. Filippo Neri e dell’asilo Calasanzio, dichiarato con decreto della Direzione beni culturali di interesse storico locale. Beneficiando di fondi ministeriali, tra il 2007 e l’inizio del 2011 vengono eseguiti lavori per oltre 200.000 euro.
Mentre si realizzano i lavori per la costruzione del nuovo Oratorio Pio X il Calasanzio, grazie ad un’apposita convenzione, diventa anche sede delle attività oratoriali della parrocchia di Sant’Andrea.
Vengono approvate sostanziali modifiche allo statuto, concernenti sia la composizione del Consiglio di Amministrazione sia, soprattutto, gli scopi della Fondazione. Lo scopo principale, ribadito all’art. 2, è «la formazione morale, religiosa, civile e culturale dei giovani e di ogni persona o gruppo a ciò interessati,
mediante l’attuazione di iniziative nel campo della educazione e formazione, secondo la cultura nascente dalla tradizione cristiana del Paese nonché dall’insegnamento del Magistero della Chiesa Cattolica, nel rispetto dei diritti costituzionali spettanti ai cittadini».
In questo contesto si inserisce la collaborazione in atto per favorire l’attività del Corso di Laurea in Infermieristica. L’impegno della Fondazione Calasanzio per mantenere in città una risorsa come la Facoltà di Infermieristica si esplica in particolare attraverso la concessione in comodato gratuito di gran parte delle strutture, e utilizzando il modesto contributo,
concesso per l’uso di altri pochi locali, nella manutenzione dell’immobile, per garantire a studenti e docenti un ambiente di studio il più possibile confortevole.
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